Il coaching può essere definito come un processo di apprendimento che si basa sulla volontarietà del coachee e che implica il desiderio di quest'ultimo di impegnarsi profondamente per cambiare il proprio stato e raggiungere nuove mete grazie all'allenamento e all'apprendimento continuo di capacità, competenze e nuovi stili comportamentali . Secondo Bloom (1964), l’apprendimento viene favorito quando sono utilizzate metodologie emotivamente coinvolgenti (che spingono a sentire il bisogno di passare dalla teoria all’azione). Questo approccio, avvallato dalla teoria dell’Intelligenze Emotiva (Damasio, Goleman, Boyatzis, ecc...) e intelligenza Multipla (Howard Gardner), permette al Coach di combinare metodi diversi che valorizzano il sapere acquisito, l’esperienza e la capacità critica degli adulti per promuovere la loro autonomia operativa nel quadro di una collaborazione consapevole e matura tra Coach e Coachee. Il Coach desidera veramente che il Coachee diventi il vero esperto del suo proprio sviluppo, lo responsabilizza sul cambiamento e lo stimola a pensare in termini di soluzioni possibili facendo leva sulle sue potenzialità intuite ma ancora inespresse. Il Coachee è spinto dal lavoro del Coach ad imparare dall'esperienza mediante l’analisi dell'accaduto e di dare una direzione all'azione futura per scoprire nuove strade o modalità più appropriate per promuovere il proprio sviluppo (problem solving). La metodologia, come si intuirà, è centrata sul “soggetto” che apprende per come è, con il suo stile di apprendimento, con i suoi limiti e le sue potenzialità, e per la dimensione sociale che il cambiamento può ultimamente generare. Il Coach che è chiamato ad intervenire come facilitatore del processo di apprendimento del Coachee deve tener conto quindi di come gli adulti imparano. Conclusione Il Coach che interviene per svolgere un importante lavoro di supporto al raggiungimento degli obiettivi di soggetti adulti, dovrebbe tener in considerazione che il loro stile di apprendimento: - fa leva sulla loro motivazione intrinseca (i loro desideri) piuttosto che estrinseca (stimoli esterni); - ha origine dalla necessità di sentirsi valorizzati pienamente; - non è indipendente dalle loro competenze, conoscenze ed esperienze personali e professionali pregresse; - è orientato ad acquisire expertize applicabile immediatamente nella loro vita professionale o privata. E' quindi consigliabile che il Coach si chieda, all'inizio dell'attività di coaching, quali sono gli interessi reali (motivazioni intrinseche) e lo stile di apprendimento del Coachee e cerchi di calibrare linguaggio, comportamento ed esercizi tenendo conto di come gli adulti desiderano essere valorizzati. Comments are closed.
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Demetrio Macheda
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